giovedì 8 novembre 2012

Argentina – Il senso delle cose oltre i 4.000 mt slm


the soup in place of refreshment at the sanctuary de tres pozos
Quando è buona anche la minestra con la coca cola.
Non so se è la mancanza di ossigeno o l’aria secca e tagliente, ma a 4.000 metri sul livello del mare lo spazio sembra espandersi e il silenzio diventa pesante. La vita stessa sembra dilatarsi per diventare diafana, trasparente. Tutto diventa terribilmente lontano e irraggiungibile. I movimenti rallentano, il senso di fatica aumenta, mentre il corpo perde la percezione del peso.
Al Santuario de Tres Pozos sulla Puna Jujeña, le case in terra cruda si adagiano sul terreno quasi a non voler alterare la linea dell’orizzonte. Non ci sono alberi, solo radi cespugli giallastri. Anche i lama e le capre sembrano insoddisfatti di quel cibo, da cui cercano di trarre il minimo nutrimento necessario alla sopravvivenza.
Le pochissime presenze che rompono la solitudine restano lontane, i momenti di incontro sono rapidi, cortesi e calmi, ma non innescano una conversazione, una opportunità di conoscenza. In un piccolo villaggio apparso dal nulla, strade deserte. Un signore apparso da dietro un portone è subito rientrato in casa. La minestra non aveva alternative. Nel villaggio, un solo posto per mangiare con due tavoli, nessuna scritta e nessuno con cui parlare (la signora ha preso l’ordine, portato la minestra ed è scomparsa fino a quando non ho chiesto di pagare). Anche il gruppo di allegri studenti guidato dall’insegnante è apparso dal nulla e svanito nel silenzio dopo pochi attimi. Si sono lasciati fotografare senza però accettare un contatto, magari solo visivo.
Quando un tassista ci ha raccontato la leggenda della Difunta Correa l’ho snobbata come frutto di superstizione, di una religiosità popolare piena di incubi e ancestrali paure. Non ne capivo il senso, il valore spirituale che generava tanta devozione. La storia è quella di una madre che attorno al 1840 per seguire il marito rapito dai soldati si lascia morire di sete. Nonostante la sua morte, dal suo seno ha continuato ad uscire il latte per nutrire il suo figlio neonato, fino a quando non fu trovato e salvato da alcuni viandanti.
La devozione popolare per questa santa si manifesta lasciando delle bottiglie piene di acqua alla base di piccoli altari costruiti lungo le strade dell’Argentina e del Cile. Quando si incontrano le piccole cappelle votive nelle zone di pianura non fanno molto effetto, perché le strade sono trafficate, molti passano senza fermarsi e senza fare offerte. Quando però si sale di quota, il traffico sparisce. I segni della devozione per la Difunta Correa diventano l’unica traccia che testimonia la presenza dell’uomo. Allora l’acqua, sorgente di vita, aiuta a superare la immensa solitudine che impregna queste aride montagne. Se le bottiglie sono tante, sono tante le persone che condividono la speranza della sopravvivenza. Anche in quel punto sperduto sulla montagna c’è stato e ci sarà qualcuno che in caso di necessità potrà aiutarti.
llamas grazing on the puna jujeña
houses in the shrine de tres pozos
the chapel of the sanctuary de tres pozos
school children to the sanctuary de tres pozos
a votive altar on the puna, aconcagua
two votive altars on the puna jujeña
the small chapel for Difunta Correa on puna jujeña
water bottles for Difunta Correa on puna jujeña

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