domenica 4 novembre 2012

Turchia – Gli artigiani nel bazar di Urfa

Dal deposito di immagini nella mia memoria (corroborata dall’archivio fotografico) ho riportato allo scoperto un piccolo evento accaduto nel 1973. In una mattinata piena di un bel sole primaverile con i mei due compagni di viaggio abbiamo girovagato nel bazar di Urfa (o Sanliurfa se preferite), una città nella Turchia centro meridionale, a pochi chilometri dal confine con la Siria. In quel bazar la presenza principale riguardava gli artigiani che realizzavano i loro oggetti direttamente sulla strada, davanti alle loro botteghe. I commercianti si addensavano in alcuni punti che ovviamente erano anche i più frequentati, ma nel complesso assumevano una importanza minore. O per lo meno la mia attenzione è stata tutta catturata dagli artigiani.
workshop of copper in urfa for large trays
vassoi in rame
workshop of copper urfa for large pots
pentole in rame
store pots at bazaar in urfa
emporio delle pentole
wooden stools at the bazaar of urfa
sgabelli in legno
stairs and wooden boxes in urfa
cassette e scale in legno
In tanti lavoravano il legno. Piccoli tronchi che sembravano appena tagliati diventavano scale, setacci, sgabelli, tavoli e letti, che si accatastavano sempre sulla strada. Poi quasi ai bordi dell’area abbiamo trovato quelli che lavoravano i metalli: dal fabbro tradizionale con mantice e incudine alla serie di botteghe specializzate nel lavorare la lamiera di rame. Queste ultime erano disposte una vicino all’altra. Guardando meglio mi sono accorto che gli oggetti sulla strada avevano dimensioni progressive. Una bottega lavorava il foglio di rame intero, così come esce dal laminatoio a valle della fonderia. La bottega a fianco o poco distante prendeva i ritagli del grande foglio che utilizzava come materia prima per la propria produzione. Va da sé che gli oggetti della seconda erano più piccoli di quelli della prima. Al terzo o quarto passaggio, dai ritagli dei ritagli uscivano fuori tazzine o piccole scatole, mentre il primo realizzava grandi vassoio, il secondo caldai e grandi pentole, il terzo anfore e bricchi, eccetera.
Probabilmente queste mie foto testimoniano una organizzazione, una tecnica, un mondo ormai desueto e per gran parte scomparso (anche se o prima o dopo voglio tornare a verificare di persona). Cercando di fare una ricognizione attraverso le foto pubblicate in Google Earth, alcune tracce sembrano ancora presenti ovviamente nella stessa area bazar che ancora occupa il centro storico di Urfa. Questa città  occupa una sorta di punto cerniera tra la zona montuosa a nord e ovest che la separa dalla Cappadocia, tra la pianura che si estende a sud ed entra in Siria e la zona prima collinare e poi montuosa a est e nord est abitata in larga prevalenza dalle popolazioni di origine Curda. Vale a dire che la cerniera non è tanto o solo geografica, ma ha una rilevante serie di implicazioni culturali. Forse per questo tradizioni e tecniche riescono a sopravvivere o resistere all’avanzare della modernità.
Turchia
zona centro sud
città di Urfa
area del bazar
Ad esempio il tipo di casa e di strada che connotano le zone residenziali del centro storico ha una indiscutibile origine turca. Il piano superiore che aggetta rispetto al piano inferiore. I muri sulla strada stanno a un paio di metri l’uno dall’altro, con pochissime aperture salvo il massiccio portone d’ingresso. I blocchi di pietra levigata nascondono gli interni in legno.
Nelle aree circostanti la città, le tipologie residenziali cambiano radicalmente. Andando verso la Cappadocia le case cominciano ad essere scavate nei costoni rocciosi, eventualmente integrate con la parte di ingresso costruita davanti allo scavo. Nella pianura a sud i villaggi sono caratterizzate da singolari cupole allungate (per l’esattezza paraboliche) costruite con mattoni in terra cruda o cotta. Nella zona curda le case restano addossate alle pareti inclinate di colline e montagne. Muri in pietre accatastate e stuccate con fango, legati da pali e tavole in legno. Solai di copertura con travi e tavole in legno coperta da uno strato di terra e ghiaia.
Tornando alle immagini di partenza, gli artigiani raccontano molto di più che una tecnica o un modello di organizzazione produttiva. Anche se non è da sottovalutare che l’integrazione tra botteghe differenti in una sorta di filiera anticipa quello che oggi viene adottato in molte realtà produttive che si autodefiniscono avanzate o innovative. La razionalità nell’uso dei materiali e degli scarti oggi va spesso sotto il nome di esternalità, economie di scala o integrazione produttiva. Ma l’evento che ancora oggi mantiene nella mia memoria tutta la sua carica riguarda l’incontro tra persone e culture, tra tecniche e tradizioni lasciato all’evidenza, in modo che tutti se ne possano appropriare.
residential street in the center of urfa
stone streets between the walls of houses in urfa
walls and doors in the traditional streets of urfa
residential streets in the oldest part of urfa
details of the stone walls of the traditional houses in urfa

Scorci delle strade residenziali nell’area del centro storico di Urfa
houses in cappadocia partly built partly excavated
Cappadocia
parabolic vaults with stones and mud bricks in the village of arran
Arran
Kurdish houses of stone and earth on Nemrut Dag
Monte Nemrut

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