Ushuaia
ti accoglie con il cartello “La Fine del Mondo”. Ma da che cosa si vede che sei
arrivato al limite e dopo non c’è più nulla (o quasi)?
Alla
luce del sole Ushuaia appare come qualche manciata di case gettate su un suolo
irregolare. Case che fanno dell’anarchia uno stile. Ognuno segue il proprio
istinto o una lontana tradizione ancestrale.
Dall’altra
parte del canale non si vedono strade o case. Sul lato sud le basse montagne
aguzze e nere segnano un orizzonte irregolare. Non è detto che dietro non ci
sia qualcos’altro da scoprire. Basta guardare le foto satellitari per trovare
facile conferma che più a sud di Ushuaia non ci sono città e nemmeno villaggi,
forse solo puntiformi impianti militari o presidi nautici. La comunità umana
oltre non si spinge.
Alcune
comunità animali invece fanno la spola tra la Terra del Fuoco e l’Antartide.
Pinguini, leoni di mare, cormorani ci ricordano che la terra è rotonda e che il
mondo non finisce in nessun luogo specifico.
Eppure
la sensazione di aver raggiunto un limite ti accompagna nel viaggio di ritorno
e poi nella memoria. Difficile percepire le stessa sensazione all’arrivo. Torno
alla domanda: cosa si suggerisce l’idea di confine, di limite oltre il quale è
rischioso addentrarsi?
Io
credo che la cosa più importante siano i colori, o meglio il colore della luce
nel corso della giornata (visualizza la galleria della immagini). Ovviamente sto parlando dell’estate australe, quando
il sole spunta attorno alle tre del mattino e scompare alle undici di sera.
Prima
dell’alba e dopo il tramonto scoppiano dei viola incredibili mescolati a dei
blu pastosi. I viola progressivamente si sciolgono o si addensano in una serie
di rosa molto morbidi. Dopo l’alba e prima del tramonto arrivano dei gialli
acidi, totalmente saturi. In mezzo la luce è bianca. Il rosso, gli arancioni o
il giallo caldo del cosiddetto clima mediterraneo, io non li ho visti e non
credo ci possano essere.
La
tavolozza dei colori ha un limite, oltre non può andare se non perdendo per
strada ulteriori pezzi (o meglio tonalità). Sembra proprio che dopo Ushuaia ci
si debba avventurare nel territorio del buio. O per lo meno dove la luce e i
colori diventano un bene sempre più raro.
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