domenica 30 novembre 2014

La favola raccontata da un ramo ad un architetto

Anche la distanza tra il guardare e il disegnare richiede un viaggio. Un percorso intimo che rimane nascosto alla vista. Eppure c’è una partenza, una serie di accadimenti durante lo svolgimento, un arrivo o una conclusione e, dopo, resta anche un ricordo. Ho provato a raccontare questo ricordo con tre animazioni.
La prima traduce in segni e colori le parti dell’albero catturate dagli occhi. Non la trasposizione del soggetto sul foglio di carta, ma la memoria del ramo, delle foglie e del cielo restituita dalla matita e dall’acquerello.
La seconda espande nel tempo l’immagine dell’albero per mostrarne la crescita. Per inseguire il germoglio che si innalza in mezzo all’erba, l’ispessimento del tronco e il corrispondente allungamento dei rami, fino al ciclico nascondersi dietro alle fronde.
Infine la riproduzione dell’albero nello spazio tridimensionale con strisce di carta riciclate (ottenute ritagliando i contenitori di bevande). La sequenza costruttiva non può che rispettare la gerarchia strutturale tra tronco che sostiene e rami che si espandono.

Come se una passeggiata lungo una strada di campagna continuasse a suggerire favole che riempiono l’immaginazione e la memoria, ricomponendo una storia nella quale siamo vissuti e cresciuti tutti quanti.

PS. La grafic novel completa è pubblicata con iBooks: "Il ramo e l'architetto - La doppia immagine"

mercoledì 26 febbraio 2014

The lotus in the Sri Lanka temples: from a flower to a culture, from a religion to a country

Il loto nei tempi dello Sri Lanka: da un fiore a una cultura, da una religione a un paese


La chiavi di lettura di un viaggio o di una realtà rischiano sempre di polarizzare troppo l’attenzione. Tante cose restano defilate o nascoste. Ma quello che resta alla luce acquista spessore, sfumature, organicità (per lo meno nelle intenzioni di chi scrive).
Il fiore di loto nello Sri Lanka lo vedi in tutti gli stagni, sulle bancarelle all’entrata dei templi, dentro i templi per le persone che pregano, sulle pareti e sui soffitti come motivo decorativo, nelle posizione del Budda che medita e altro ancora.
Nella sua semplicità ovviamente il fiore è bellissimo. Poi ha una struttura geometrica che la tradizione indiana e cingalese ha tradotto da tempo immemorabile in un sistema con base quadrata, simmetrico rispetto sia agli assi sia alle diagonali. La simmetria a raggiera raccorda il quadrato con il cerchio a volte inscritto a volte circoscritto: ovvero dal fiore una geometria.
Pregare offrendo fiori sbocciati fa parte della ritualità orientale, mentre in occidente il ruolo degli stessi fiori rimane confinato alla decorazione dello spazio liturgico. Il fedele che offre loti alla divinità che sta meditando nelle posizione del loto esprime una dolcezza che va oltre la religione.
Non basta. Gli alberi della foresta pluviale dominano l’intero paesaggio delle Sri Lanka e proteggono gli stagni “infestati” dai fiori di loto. Non servono coltivazioni, tecniche o altre contaminazioni della natura. Tutto l’anno i fiori si lasciano raccogliere e sanno ispirare l’immaginazione e l’animo dei Cingalesi.

lunedì 3 febbraio 2014

Story of the geological times and shapes (earth pyramids in Argentina)

Il racconto di forme e tempi geologici (le piramidi di terra in Argentina)


La narration de las formas y tiempos geológicos (las pirámides de tierra en Argentina




Le magie del Triassico. Grandi depositi di sassi e fango che diventano i terreni alluvionali dove vento e pioggia scolpiscono figure imprevedibili. Queste improbabili geometrie raccontano il lento processo che le ha generate. Allora la visita in un momento determinato rimanda a tempi lontanissimi, a ere geologiche dove tutto era diverso. Nella Cordillera delle Ande le emergenze geologiche non solo sono numerose e spettacolari ma sono diverse tra loro per composizione dei terreni, epoche di formazione, eccetera. Limitando il campo di osservazione alla parte settentrionale dell’Argentina, vale la pena di ricordare i parchi Ischgualasto e Talampaya nella provincia di La Rioja e la Quebrada de Humahuaca nella provincia di Jujuy.
L’erosione genera questi paesaggi fantastici; lo stesso processo viene battezzato una calamità naturale quando si manifesta nelle aree coltivate o urbanizzate. Invece in un parco geologico spiega e illustra le dinamiche che hanno dato vita alla terra così come la vediamo oggi. La particolare e irripetibile relazione tra tempo e spazio, tra forme e formazione, tra immagine e processo diventa una incontenibile suggestione fantastica.
La visita dei luoghi può proseguire con la simulazione dell’erosione attraverso gli algoritmi dinamici. Magari le forme generate dal modellatore solido sono meno fantasiose di quelle prodotte dalla pazienza del tempo, ma la visita virtuale serve ad offrire nuovi punti di osservazione e riflessione.

venerdì 10 gennaio 2014

Els Encants en Barcelona: Desde los espejos que duplican el mercado hasta la visita virtual de un caleidoscopio

From the mirrors which duplicate the market to the virtual tour inside a kaleidoscope

Dagli specchi che raddoppiano il mercato alla visita virtuale dentro un caleidoscopio


Come ogni capitale che si rispetti, anche Barcelona ha il suo mercato di cose usate, vecchie e antiche: Els Encants. Vicino alla Torre Agbar, a ridosso della Plaça de las Glóries (ovvero lo svincolo tra Avenida Diagonal e Gran Via). Una rampa ricuce gli elementi modulari allineati e circoscrive uno spazio vuoto a doppia o tripla altezza; nei livelli interrati i servizi e i parcheggi. Il tutto è coperto da una tettoia poligonale, con la faccia inferiore foderata di lucentissimi specchi. 
I rigattieri, antiquari e trovarobe dispongono le mercanzie a terra nella zona centrale (anche se l’area è triangolare, la rampa copre due lati e il vuoto si appoggia al terzo lato), ribassata rispetto al piano strada. La rampa offre una visione dall’alto del mercato con i compratori che si accalcano e diradano, le merci in attesa e i venditori che lanciano segnali sonori. 
Chi viene per comprare non guarda in alto. L’attenzione resta catturata dalle merci esposte che restano più basse dell’osservatore. Se invece si alza la testa, la copertura foderata di specchi offre una visione, una lettura dello spazio e dell’evento decisamente degne di nota. Le grandi tettoie che coprono e caratterizzano i mercati non sono nuove a Barcelona. Miralles l’ha utilizzata a Santa Catarina e Josep Miàs a la Barceloneta. Anche le superfici riflettenti a specchio hanno precedenti in città: lo stesso Miralles nel palazzo per il Gruppo Gas Natural. 
La combinazione tra una geometria poligonale delle superfici in alto, la capacità riflettente degli specchi e il polimorfismo delle attività del mercato in basso crea un effetto caleidoscopio. Perché allora non immaginare di proseguire il viaggio con l’immaginazione entrando nel caleidoscopio? Un modellatore solido, qualche algoritmo dinamico e la simulazione lega l’immaginazione alla memoria. Le suggestioni del viaggio entrano nel disegno che prepara nuovi viaggi.